Pagine utili del blog

martedì 12 aprile 2011

Sculptured - "Embodiment"

The End Records, 2008
Scommetto che nessuno, dopo aver ascoltato un brano qualsiasi degli Sculptured, si immaginerebbe mai chi essi siano in verità. La loro musica può piacere o non piacere, molto più probabilmente non piace visto che si tratta di una band che fa Prog sperimentale...probabilmente qualcuno li prenderebbe per dei pazzi maniaci della tecnica, qualcuno sospetterebbe che siano un side-project dei Cynic, qualcun altro forse si spingerebbe a ipotizzare che siano degli alieni travestiti da umani infiltrati sul nostro pianeta. Ma nessuno mai arriverebbe a dire che dietro gli Sculptured si cela nientepopodimenoché...*rullo di tamburi*...Don Anderson, il celebre chitarrista degli Agalloch.

Cosa?!? Don Anderson?!? Gli Agalloch?!? Ebbene sì, e lo asserisco nel pieno possesso delle mie facoltà mentali. Ma mi spingo oltre: non solo è Don Anderson la mente che manovra gli Sculptured, ma sul MySpace della band si legge addirittura: “Known most recently for his work with the band Agalloch, guitarist and songwriter Don Anderson's most personal musical expression remains Sculptured”. Aha! Quindi paradossalmente è un po’ come se fossero gli Agalloch il side-project...ma le novità non finiscono qui, perché a questo album prende parte anche il bassista degli Agalloch, alias Jason Walton. I due si producono, insieme agli altri musicisti, in un Prog sfrenato di fattura molto personale che raccoglie il testimone da band come gli Spiral Architect portando avanti la tradizione Cynic, una musica travolgente e variopinta che incorpora anche elementi di metal estremo come il growl e qualche vaga sonorità della chitarra ritmica. Ci dev’essere qualcosa nel Progressive Metal che spaventa buona parte del pubblico, dato che è un genere da cui molti girano al largo con la vecchia patetica scusa che troppa tecnica rende fredda l’esecuzione. Io invece lo apprezzo molto, specialmente quando la band è così abile da riuscire a fondere i virtuosismi strumentali con una melodia mai pacchiana ma facilmente riconoscibile - e quello degli Sculptured è proprio il caso. La dose di tecnica qui è considerevolmente elevata, specialmente nel ritmo: chitarra e tastiera tessono trame complesse dai sapori variegati e la batteria è tanto labirintica e cervellotica da sembrare a tratti casuale. Ma nonostante ciò ogni brano è immediatamente riconoscibile per via delle sue melodie particolari e degli abbozzi di ritornello - e presenta momenti musicali che sono perfino fischiettabili! Provare per credere, dopo pochi ascolti le melodie principali vi saranno già rimaste in testa.

Questi sono gli Sculptured, una band che nessuno conosce a causa della sua lunga inattività dopo gli ottimi esordi sul finire degli anni ’90. Oggi, dopo ben otto anni, Don Anderson torna improvvisamente a colpire con la sua vecchia fiamma mostrando di averle sempre dedicato attenzione e amore, nonostante il lungo silenzio discografico: Embodiment è la prova di un’evoluzione musicale pensata e sentita, nonché di un impegno sincero che va ben oltre quello che si potrebbe dedicare ad un semplice side-project. Se possiamo dire che ormai Don Anderson è da lungo tempo sposato con gli Agalloch, gli Sculptured rimangono indubbiamente la sua focosa amante segreta.

01 - Taking My Body Apart (08:31)
02 - The Shape Of Rage (06:04)
03 - A Moment Of Uncertainty (06:31)
04 - Bodies Without Organs (07:37)
05 - Embodiment Is The Purest Form Of Horror (10:36)