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sabato 21 maggio 2011

Amesoeurs - "Amesoeurs"

Code666, 2009
“We, Amesoeurs, are the children of this sad and metallic century; receptors capturing the aggressive and unhealthy waves of the industrial era. […] We are neither intellectuals nor politicians and don't have any message to pass on. We just want to FEEL, contemplate and ECHO the sound that the modern world and its absurdities have inspired us with”. Delle riflessioni sulla vita nella società industrializzata moderna, una cover accattivante che potrebbe tranquillamente fare da copertina ad un’edizione moderna de “Il capitale”, un logo dai tratti rapidi e poetici: così si presentano le “anime gemelle”, un progetto francese che si pone come tanti altri sulle orme di band come i Lifelover.

Tuttavia non parliamo di emulazione, bensì di creatività: si tratta di un ottimo Depressive Rock con forti tinte Blackened dipinte su ritmiche molto Punk moderno che sfociano occasionalmente in sfuriate Black, un Depressive Rock dal sound abbastanza ruvido che si alterna a limpidi arpeggi, e un cantato femminile leggero e sbarazzino che fa molto cartone animato giapponese. Uno stile originale, in cui certi riff hanno un sapore punk-rock moderno e taluni mi ricordano vagamente addirittura artisti come Green Day e Ligabue! Pensate quante altre similitudini potrebbe sentirci uno più avvezzo alla musica pop di quanto non lo sia io. Tuttavia, se da un lato c’è questa affinità col pop-rock dei giorni nostri, dall’altro l’album è reso frizzante da un songwriting interessante, mai banale, e da sporadiche improvvise accelerazioni che sanno tanto di Black Metal: ad esempio l’inizio di Heurt o la seconda parte di La Reine Trayeuse, per non parlare della toccante intro I XIII V... che dischiude le porte per Trouble, o ancora la conclusiva Au Crépuscule De Nos Rêves, due brani questi ultimi interamente cantati in scream che però sembrano straordinariamente a loro agio lì in mezzo. Sicuramente si tratta di un lavoro ispirato, estremamente scorrevole, che mette in mostra un ampio numero di soluzioni stilistiche perfettamente contestualizzate nell’atmosfera generale. Una curiosità: i numeri romani dell’intro citata qui sopra formano la scritta "Amesoeurs is dead", che si ottiene sostituendo ad ogni numero la lettera che occupa quella posizione nell’alfabeto.
Forse non abbiamo a che fare con nulla di rivoluzionario, ma sicuramente - ed è questo ciò che conta - non abbiamo neanche nulla di scontato: oltre cinquanta minuti di musica sobria e piacevole che sebbene non possa far gridare al miracolo difficilmente vi annoierà, musica a tratti un po’ naif che però sprofonda inevitabilmente in quel piacevole malessere esistenziale di facciata, quella sorta di eco della modernità che fa interferenza con felicità umana di cui la band parla nel suo MySpace, il riflesso delle metropoli e della tecnologia che si specchiano negli occhi di un essere dagli istinti ancora primordiali come l’uomo, un uomo che osserva il mondo esterno senza essere a volte capace di venirne a capo.

Ma come tutte le storie reali anche questa non ha il lieto fine: la band infatti si è sciolta dopo aver pubblicato questo disco a causa di insolubili divergenze musicali tra i suoi membri. E’ proprio vero: Amesoeurs is dead, e neanche a farlo apposta la band ricalca con la sua breve attività discografica le sue stesse parole e le sue scoraggianti riflessioni sulla vita nella società moderna: “Amesoeurs is a spit, the only way we have to spew out the anxiety and frustration tied to the difficulties of existence and the pursuit of happiness in our modern society”.

01 - Gas In Veins (05:10)
02 - Les Ruches Malades (04:17)
03 - Heurt (06:01)
04 - Recueillement (07:00)
05 - Faux Semblants (04:21)
06 - I XIII V XIX XV V XXI XVIII XIX – IX XIX – IV V I IV (01:41)
07 - Trouble (Éveils Infâmes) (04:49)
08 - Video Girl (04:11)
09 - La Reine Trayeuse (05:32)
10 - Amesoeurs (04:03)
11 - Au Crépuscule De Nos Rêves (11:16)