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martedì 17 maggio 2011

Immortal - "Sons Of Northern Darkness"

Nuclear Blast, 2002
Se "Battles In The North" ci aveva fatto sentire in mezzo a una tempesta di neve, e "At The Heart Of Winter" ci aveva fatto sognare con le sue atmosfere che ricordavano gigantesche grotte di ghiaccio ed epici scenari di battaglia, questo "Sons Of Northern Darkness" unisce quei due dischi fondamentali, li migliora all'ennesima potenza, e grazie alla maturità e all'esperienza acquisita negli anni, fa sì che gli Immortal raggiungano finalmente la vetta più alta della loro storia, nonchè disco fondamentale in tutto il panorama black mondiale. Il livello compositivo, qualitativo e sonoro di questo album rasenta infatti la perfezione assoluta: mai nella storia degli Immortal si era sentito un sound così pulito, cristallino e allo stesso tempo tremendamente malvagio e schiacciante, rabbioso e aggressivo ma capace di sfumature di rara bellezza, quelle sfumature che fanno correre brividi gelati lungo la schiena. Non si tratta più di caos primordiale e rabbia cieca come fu nei primi album: "Sons Of Northern Darkness" è un album maturo e a suo modo elaborato, che vanta composizioni spesso lunghe e dalle strutture mutevoli, ricche di sorprese e di atmosfere differenti.

Con questo lavoro gli Immortal hanno unito una produzione stellare, delle percussioni potentissime (drumming davvero memorabile, specialmente per quanto riguarda i rullanti!), delle chitarre che raschiano e turbinano come neve impazzita, una voce malefica e posseduta che non manca nemmeno di tecnica, assalti furibondi compenetrati con melodie sinistre e arpeggi in clean dal sapore inquietante: il risultato finale lascia letteralmente a bocca aperta. L'assalto frontale di "One By One" è distruttivo, e ci richiama alla mente i fasti del sopracitato "Battles In The North", facendoci forse credere che tutto il disco sarà un ritorno alle origini: ma i nostri hanno pronte delle sorprese. Quando arriviamo a "Tyrants", brano dalle tinte epiche e malevole, ci accorgiamo infatti che gli Immortal ora sono capaci di stregare anche con ritmiche lente e sezioni quasi d'atmosfera, elementi che caratterizzano questo album e gli conferiscono quell'aura del tutto particolare. Un altro esempio di questa evoluzione sonora è la stupenda "Antarctica", intricata e camaleontica: sfido chiunque, nonostante i ritmi rallentati e l'atmosfera quasi solenne, a non sentirsi stritolati da tonnellate di ghiaccio e neve, proprio come se ci si trovasse al Polo Sud, luogo ultraterreno dove il sole sorge e tramonta una sola volta l'anno e dove il freddo raggiunge una dimensione sovrumana. Gli Immortal hanno sempre avuto la capacità di evocare questi scenari con la loro musica, ma solo con "Sons Of Northern Darkness" quest'abilità si completa e si esprime al meglio: non più con chitarre grezze e produzione approssimativa, bensì con una spiccata cura dei dettagli e una qualità sonora stavolta eccelsa. Non è facile mantenere l'indispensabile aura "black" quando si abbandonano gli stilemi classici, che impongono una produzione sporca proprio per poter ricreare al meglio tali immagini mentali.

L'accoppiata "Within The Dark Mind" e "In My Kingdom Cold" ci mostra nuovamente degli Immortal alle prese con ritmi medio - lenti e con un riffing quasi orecchiabile, che tuttavia non può certamente essere definito easy - listening: non una goccia di cattiveria viene sprecata, la musica rimane sempre severa e imperscrutabile. Tuttavia, è con il brano conclusivo che la band dà il meglio di sè e partorisce quello che probabilmente è il brano black metal più riuscito della propria carriera: "Beyond The North Waves" è un lento, ciclopico e catartico inno al grande gelo del Nord e a tutta la sua smisurata bellezza e potenza. Il liquido arpeggio iniziale, accompagnato dal suono dell'acqua che scorre, cede improvvisamente il posto ad un muro di chitarre immenso, sviluppando una ritmica marziale che potrebbe degnamente accompagnare l'addormentarsi del mondo e il suo scivolare in una cupa era glaciale. Penso che sia il brano più evocativo che io abbia mai ascoltato, e a mio parere rappresenta la summa di tutto ciò che il black metal può offrire: la prova del nove per capire se questo genere vi piacerà o meno.

Non c'è un solo episodio che stoni o che sia inferiore agli altri: quando si è convinti di essere incappati nel brano migliore del cd, dopo il quale si comincerà lentamente a calare di qualità, si viene puntualmente smentiti. I brani, infatti, sono disposti quasi in ordine di bellezza e capacità di coinvolgimento, partendo dagli episodi più tirati e arrivando via via ai brani cardine, ragionati e solenni. In definitiva, "Sons Of Northern Darkness" è un disco emblematico, probabilmente irraggiungibile e destinato a rimanere nel cuore di ogni blackster che si rispetti, il quale sarà felice di provare fisicamente i brividi di freddo sulla pelle mentre ascolterà per l'ennesima volta questo capolavoro.

01 - One By One (5:00)
02 - Sons Of Northern Darkness (4:47)
03 - Tyrants (6:18)
04 - Demonium (3:57)
05 - Within The Dark Mind (7:31)
06 - In My Kingdom Cold (7:17)
07 - Antarctica (7:12)
08 - Beyond The North Waves (8:06)