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martedì 17 maggio 2011

Meshuggah - "Catch 33"

Nuclear Blast, 2005
I Meshuggah confermano di essere una band a cui non piace ripetersi: hanno sì inventato un loro stile personalissimo e inimitabile, ma non per questo ci si sono appisolati sopra. Hanno piuttosto intrapreso un loro viaggio musicale proponendo varianti sempre nuove del loro Math - e stavolta la band riprende la vena Progressive esibita nell’eccellente singolo I, datato 2004.

Catch 33 è un album nella cui tracklist figurano tredici brani, ma in realtà si tratta di un pezzo unico che si snoda e si evolve in molteplici direzioni. La proposta musicale è asfissiante e tremendamente claustrofobica, ma al tempo stesso estremamente dinamica: l’opprimenza schiacciante di Nothing è stata qui rielaborata e resa più sottile, più elastica. Più che di tredici brani è opportuno parlare di cinque momenti differenti, i quali sembrano descrivere un viaggio nelle profondità più recondite del proprio inconscio; in effetti Catch 33 potrebbe essere usato come la colonna sonora della psiche umana - forse non è un caso che il singolo di un anno prima s’intitoli proprio “Io”. Così nel descrivere il disco mi imbarco in prima persona in questo viaggio psichico:
I: Il primo momento consiste dei primi sei brevi brani che in realtà formano un corpo unico solido e scorrevole, un lento fragoroso divenire spigoloso 100% Meshuggah che sembra denotare un malessere avvertito consciamente. Qui stiamo percorrendo la superficie della coscienza, resa impervia dal destarsi di un qualche conflitto interiore.
II: Il secondo momento coincide con la settima traccia, Mind’s Mirror, in cui la musica si arresta di colpo: sprofondiamo improvvisamente negli strati più profondi della nostra mente, e una voce aliena che pare provenire da noi stessi ci immerge sempre più fino ad accarezzare il paradossale Es, sede delle nostre contraddizioni e delle nostre ambivalenze.
III: Non potrebbe esistere rappresentazione musicale migliore del liberarsi dei moti pulsionali dell’Es della coppia In Death - Is Life, In Death - Is Death, che costituisce il terzo momento dell’album. Così come l’Es è il nucleo delle nostre emozioni e della nostra attività cerebrale, questa coppia di brani è il nucleo pulsante di Catch 33: qui la rigida spigolosità del primo momento sembra flettersi come se fosse plastica, e tiene banco un’eccezionale interpretazione in chiave jazzistica che costituisce probabilmente uno dei migliori momenti musicali che i Meshuggah abbiano mai composto. Le pulsioni sono ormai scatenate e inizia la loro lenta tortuosa risalita verso la coscienza, verso l’Io.
IV: Il quarto momento coinvolge i brani dal decimo fino a metà dell’ultimo, e vede il riaffiorare in superficie dopo una lunga apnea nell’inconscio: non a caso Shed si apre con un urlo liberatorio. Qui siamo di nuovo 100% Meshuggah e il conflitto iniziale prosegue sotto la tirannide del Super-Io che condanna senza riserve gli afflussi provenienti dal cuore della nostra mente. Nuovi riff più machiavellici di quelli che aprivano il disco, nuovo divenire eracliteo, nuovo Math tutto da gustare.
V: Il disco si chiude col quinto momento che coincide con la seconda metà del brano di chiusura, Sum, che altro non è che uno dei classici arpeggi placidi ma sinistri della band. Si tratta di un lento scivolare via in dissolvenza in cui il peggio sembra essere passato, ma sembra aver lasciato un’insicurezza profonda.

Questo è Catch 33, un’opera progressiva dallo straordinario valore compositivo, un succedersi di nuovi livelli raggiunti che si stratificano l’uno sull’altro in cui il successivo non può esistere senza il precedente, il che sembra descrivere alla perfezione tanto i nostri processi psichici quanto la discografia della band: come già detto i Meshuggah non si ripetono mai, e Catch 33 ne è l’ennesima dimostrazione. Forse questo disco non piacerà ai nostalgici di Destroy Erase Improve che hanno un’idea dei Meshuggah imbarazzantemente riduttiva, ma sicuramente farà impazzire chi i Meshuggah li ha capiti davvero.

01 - Autonomy Lost (01:40)
02 - Imprint of the Un-Saved (01:36)
03 - Disenchantment (01:44)
04 - The Paradoxical Spiral (03:12)
05 - Re-Inanimate (01:04)
06 - Entrapment (02:29)
07 - Mind's Mirrors (04:30)
08 - In Death - Is Life (02:02)
09 - In Death - Is Death (13:22)
10 - Shed (03:35)
11 - Personae Non Gratae (01:47)
12 - Dehumanization (02:56)
13 - Sum (07:18)