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lunedì 9 maggio 2011

Riverside - "Second Life Syndrome"

Inside Out (2005)
A dispetto dell'informazione generale riguardo a questo paese, la Polonia può contare su un passato progressive di tutto rispetto; negli anni settanta infatti ha dato i natali ad artisti qualiCzeslaw Niemen (cantante con la Mahavishnu Orchestra) e Dzem. Ovviamente questi nomi non sono mai arrivati in Italia ma, nella terra di Copernico, hanno avuto una capillarizzazione notevole generando un background culturale rock decisamente marcato (molto di più che in altri paesi europei) non deve quindi stupire che sia proprio la Polonia ad offrire alcune fra le più interessanti produzioni progressive del decennio appena trascorso.

In questo scenario spicca, sicuramente, la figura del cantante e bassista Mariusz Duda, autentico re mida del progressive polacco, che ha portato la sua band principale (I Riverside) e i suoi amici Indukti ad un contratto con la Inside Out, la più importante label di progressive in Europa (Sieges Even, Pain of Salvation e, per l'appunto, i Riverside stessi)

Via alle danze dunque, dopo l'ottimo esordio Out of Myself, caratterizzato dall'introspezione e dai suoni caldi, i nostri partoriscono nel 2005, quello che fino ad ora è considerato il loro miglior lavoro (anche dal sottoscritto), agli atti Second Life Syndrome.
Il disco si apre con "After" autentica botta allucinogena di sovraincisioni vocali, che in un crescendo vorticoso introduce l'ascoltatore alla sfaccettata "Volte-Face" caratterizzata da un uso costante delle scale armoniche e degli hammond che danno un tocco molto atmosferico ad un brano orientaleggiante e caldo. Grandissima prestazione del cantante Duda che riesce a creare un climax che esplode, quasi liberatorio, nel refrain. L'uso delle tastiere legherà questa traccia alla successiva "Conceiving You" uno degli episodi più riusciti del disco, una ballata al pianoforte di breve durata molto atmosferica, impreziosita dalle splendide e malinconiche linee vocali di Duda, che riescono nell'impresa di dare la sensazione, ancora una volta, di calore. Dopo il trittico iniziale la band di Varsavia decide di impennare proponendo una pregevole (e decisamente piacevole) suite di 15 minuti: La "Second Life Syndrome" che dà il titolo al disco. Echi degli anni settanta si fondono con il suono metal moderno, le chitarre distorte in costante delay creano un'atmosfera allucinata e mistica, che esplode nella sezione centrale del pezzo (ancora una volta il cantato di Mariusz risulta decisivo per traghettare l'ascoltatore nelle varie sezioni del brano) segue una piacevole sezione strumentale dove è la batteria a farla da padrona accompagnata da sussurri; la chiusura è affidata alla chitarra che riprendendo il motivo della prima parte chiude il brano.
SI passa quindi ad "Artificial Smile" questa volta commistione fra sezioni tipicamente progressive con cambi di direzione armonica verso stili arabeggianti, pezzo davvero ben fatto ma che forse ricorda, per strutturazione, un po troppo da vicino gli svedesi Pain Of Salvation, rimane l'unica traccia del disco a non proporre quella certa continuità di carisma e personale visione progressive che contraddistingue i Riverside.
Fortunatamente la piega cambia subito con "I Turned You Down" ancora una volta una tela di linee vocali sopra una ballata, ma questa volta a farla da padrone è la chitarra con suoni carichi di delay e riverberi, altro episodio molto intimista e convincente che ci trasporta, sognanti a "Reality Dream III" brano strumentale di pregevolissima fattura, a livello musicale forse l'episodio migliore del disco, ricco di progressioni ma anche questa volta il suono è molto coerente, etereo e caldo. La penultima traccia del disco è "Dance with the Shadow" altra cavalcata progressive, più moderna nei suoni rispetto alla title track, propone frequenti cambi di struttura di pregevole fattura. La chiusura del disco è affidata a "Before", dove una meravigliosa tessitura musicale si costruisce e cresce sulla voce di Mariusz, creando un crescendo di emozioni che conclude magnificamente il disco.

Caratterizzato da un suono caldo e piacevole, Second Life Syndrome rappresenta al meglio la tendenza progressive polacca: abbandono di tecnicismi ed orpelli a favore di atmosfere dilatate e sognanti, in contrappunto con i momenti più tipicamente metal, farcito di testi dal songwhriting ricercato e cantati in modo espressivo. E grazie a dischi come questo che si riesce a capire che il progressive innanzitutto è frutto dell'anima, in questo caso del poliedrico Mariusz Duda. Un disco consigliatissimo a tutti gli amanti della musica d'atmosfera, che non mancherà di stupire sia i fan del rock anni 70 sia gli amanti di un certo tipo di progressive moderno, perché fusione dei lati migliori di entrambi i generi.

01 - After (3:31)
02 -Volte-Face (8:40)
03 -Conceiving You (3:40)
04 -Second Life Syndrome (15:40)
05 - Artificial Smile (5:27)
06 - I turned You Down (4:34)
07 - Rality dream III (5:01)
08 - Dance With The Shadow (11:38)
09 - Before (5:23)