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giovedì 5 maggio 2011

Members Of God - "Ten Talking Worlds"

Autoprodotto, 2011
I Members Of God sono cinque ragazzi provenienti dalla Campania, alle prese con un progetto ambizioso: con un elaborato concept album, riaffermare la religione cristiana in modo non banale e scontato, ma più profondo ed introspettivo, alla ricerca dei veri valori che ormai sono stati praticamente traditi, e trasformati in mera istituzione.

A parte le tematiche, che possono interessare o meno, la cosa che stupisce di questa band è innanzitutto la qualità sonora e produttiva, elevatissima per essere un'autoproduzione; successivamente colpisce la varietà dei brani e la ricchezza degli arrangiamenti, le continue incursioni nel progressive metal con qualche spruzzata di epic e power, in un prodotto che segue le orme di dischi eccellenti come "Legend" dei Saviour Machine e "The Divine Wings Of Tragedy" dei Symphony X, arrivando ad assestarsi su coordinate sonore molto affini. Colpisce anche la timbrica vocale del cantante, particolarmente teatrale, che ben si adatta al carattere "operistico" di questo lavoro, che fa della raffinata e gustosa pomposità il suo principale punto di forza. Diciassette brani, di cui quasi la metà sono intermezzi sinfonico - atmosferici che spezzano il ritmo delle tracce principali, che spaziano tra sonorità molto diverse: dall'irruento inizio di "Someone Knows", dominata da ritmiche molto tecniche ed efficaci, passando per l'orientaleggiante "The Sense" (una contaminazione perfetta tra l'elemento prettamente "metal" del ritornello, con gli strumenti tipici della musica mediorientale, in vago stile Orphaned Land), attraversando la morbidezza di "It's Saturday" e la vaga irruenza di "The Value Of Past",  per giungere alla lunga e drammatica suite "Don't Murder", ancora una volta dal sapore mediorientale, e che come ci si poteva aspettare è probabilmente il brano migliore dell'album: complesso, ritmicamente elaborato ed emotivamente trascinante come ogni suite dovrebbe essere. Torniamo su terreni molto più metal con "Like Empty Lyrics",  anche se nella parte centrale i nostri amici non disdegnano di proporci nuovamente delle sezioni orchestrali che potrebbero tranquillamente fare da colonna sonora in un film di guerre storiche. Ancora più tirata è "Power And Fire", che come suggerisce il titolo è un brano molto "power": qui infatti abbiamo velocità, tecnicismo virtuoso, qualche controtempo ed energia da vendere. Se la seguente "Secrecy" potrebbe essere la colonna sonora di un film romantico, "Don't Desire" ci riporta su terreni AOR e progressive, con un inizio scoppiettante che molto mi ha ricordato i migliori Royal Hunt, fino a raggiungere l'outro, che con un vibrante discorso verbale e musicale ci riconsegna alla vita reale, piacevolmente frastornati da questa imponente opera metal.

Troviamo davvero un po' di tutto in questo album: potenza, melodia, ricerca, sperimentazione, incursioni in generi musicali che non c'entrano con l'heavy metal in senso stretto, e che per questo riescono ad arricchire l'album in maniera notevole. Il filo conduttore è appunto questa continua ricerca della teatralità e della recitazione musicale, che porta ad un album sicuramente di difficile comprensione e assimilazione, ma che si fa notare nel panorama metal italiano come una release valida e con ottime premesse per il futuro. Teniamoli d'occhio, e soprattutto gustiamoci quest'ottimo album.

01 - Opening (1:00)
02 - Someone Knows (5:56)
03 - Talking Words (1:06)
04 - Magical Water (4:32)
05 - Promise Of Happiness (0:46)
06 - The Sense (4:08)
07 - My Friendship (1:12)
08 - It's Saturday (5:00)
09 - The Value Of Past (3:52)
10 - People (0:16)
11 - Don't Murder (10:36)
12 - Like Empty Lyrics (5:06)
13 - Decline (0:18)
14 - Power And Fire (3:46)
15 - Secrecy (4:04)
16 - Don't Desire (4:42)
17 - Outro (2:22)