Pagine utili del blog

giovedì 23 dicembre 2010

Opeth - "My Arms, Your Hearse"

Candlelight Records, 1998
Gli elementi cardine dell'Opeth sound, che ormai si è costituito come stile a sè stante, li conosciamo già; ma per chi non li conoscesse ancora, deve sapere che i nostri suonano un interessante ed originale mistura di progressive, black e death metal, molto variegata e ricca di spunti melodici, parti acustiche ed alternanza tra le due voci del sempreverde Mikael Akerfeldt, in grado di destreggiarsi ottimamente sia con il growl sia con il cantato pulito.

Tra le vecchie produzioni degli Opeth, questa è sicuramente l'opera più grezza e diretta, che concede meno alla melodia e alle parti acustiche, senza però perdere l'alone magico ed evocativo che è la colonna portante del quintetto svedese. Dopo qualche cambio di line - up, i nostri evolvono il sound gelido e severo di "Morningrise" scrivendo musica veloce, aggressiva e vorticosa, che tuttavia sa lasciare spazio ai consueti stacchetti acustici e alle melodie arpeggiate che non hanno perso nemmeno un grammo della loro dolcezza. Il rumore della pioggia , unito a poche note di pianoforte, apre il disco in maniera esemplare: fin da subito ci si rende conto che la musica degli Opeth è adatta a ricreare scenari naturali ed epici, decadenti e malinconici così come la storia che sta dietro a questo concept - album: si parla del fantasma di un uomo che, dopo la morte, vaga per i boschi dove abita ancora la sua compagna, che però essendo viva non può accorgersi della sua presenza. Ma ad un certo punto la donna si renderà conto che qualcosa aleggia intorno a lei, e quando scoprirà chi è...beh, se volete sapere come finisce, ascoltate il disco e soprattutto leggete i testi! Per adesso concentriamoci sulla musica, che non lascia scampo: l'irruento attacco di "April Ethereal" si ricorda come uno dei più violenti nella discografia del gruppo. Il brano successivamente si sviluppa in una tempesta di riff incessanti sostenuti da una batteria veloce e ottimamente tecnica, ma a spezzare la tensione ci pensano alcuni meravigliosi break melodici nei quali il growl viene messo da parte e arrivano i cori. Ascoltare il brano è come intraprendere un cammino attraverso una foresta, seguendo un fiume in compagnia di mille spiritelli, mentre le chitarre elettriche cercano di rubare spazio a quelle acustiche ma si trovano improvvisamente soppiantate dalla malia di queste ultime. Meravigliosamente ritmata e trascinante la parte finale, che sfumando dolcemente ci introduce a "When", brano inizialmente devastante, ma che piano piano stempera la sua furia e lascia campo libero alle chitarre senza distorsioni, perennemente affiancate dagli arpeggi della chitarra acustica. Particolarità del disco è il passare continuamente da atmosfere fredde e autunnali ad altre più calde e primaverili, come un continuo ciclo di stagioni perfettamente rappresentato ora dalle massacranti distorsioni, ora dalla delicatezza delle corde pizzicate appena. Altri brani memorabili sono la violenta "Demon Of The Fall", molto amata dai fan degli Opeth, e la soffertissima "Karma", dove Mikael canta in entrambi gli stili con tutto il trasporto di cui è capace, e dove ogni tanto le chitarre si ribellano accelerando improvvisamente, come a sottolineare l'imprevedibilità di un inverno, che può sommergere tutto sotto la neve in poche ore.

Accanto ai pezzi più violenti come "The Amen Corner" e "Demon Of The Fall" ci sono alcuni intermezzi privi di distorsioni e growl, come "Madrigal", "Credence" e "Epilogue", brani meditativi e introspettivi che fungono da perfetti smorzatori di violenza all'interno dell'album. Il tutto si amalgama alla perfezione in un disco intenso, feroce e aggressivo, ma al contempo irresistibilmente poetico e mistico. Nondimeno, rappresenta un'ottima evoluzione degli Opeth, capaci di rinnovare costantemente il proprio sound senza rimanere fissi nei vecchi schemi. Come non sentirsi sperduti in un freddo bosco nordico mentre si ascoltano queste note? Provare per credere.

01 - Prologue (1:01)
02 - April Ethereal (8:43)
03 - When (9:16)
04 - Madrigal (1:19)
05 - The Amen Corner (8:45)
06 - Demon Of The Fall (6:14)
07 - Credence (5:28)
08 - Karma (7:54)
09 - Epilogue (4:01)