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sabato 4 dicembre 2010

Pantheist - "The Pains Of Sleep"

Serpent's Lair Productions, 2005
Anche i Pantheist hanno deciso di rilasciare i loro vecchi demo tramite un EP, cosa piuttosto comune quando si raggiunge una certa stabilità all'interno del panorama musicale e si vuole rendere disponibile quello che tempo addietro si dubitava perfino potesse essere pubblicato. Per essere un EP, questo "The Pains Of Sleep" è atipico: dura infatti un'ora abbondante, e nello specifico contiene due brani inediti, una cover e tutti i pezzi del demo "1000 Years", alcuni dei quali non sono mai finiti su un album ufficiale e quindi sono disponibili solo da adesso. Una mera operazione commerciale per rimpolpare un pò la discografia?

 Assolutamente no. Andiamo con ordine e dividiamo questa release in più parti, parlando per prima cosa dei due brani inediti. L'opener track, che porta il nome dell'album stesso, è a mio parere la migliore traccia Funeral Doom che sia mai stata scritta da quando i Thergothon e gli Skepticism inventarono questo sottogenere nei primi anni '90. Potrebbe essere usata come colonna sonora per un funerale, ma sarebbe rischioso: il morto potrebbe decidere di risvegliarsi e alzarsi dalla bara, tanto è malefica e demoniaca questa composizione. Undici minuti abbondanti costruiti su una struttura e su una melodia estremamente elementare, eppure efficacissima (come del resto è stato per il magistrale riff iniziale di "Black Sabbath", ad oggi dopo 40 anni considerato il primo riff doom metal della storia, e si parla sempre di 3 note!). Un tempo pachidermico, lentissimo, soffocante nella sua spietata ridondanza; un accompagnamento di organo ecclesiale che insiste ostinatamente su note singole prolungate all'infinito; tremendi rintocchi di campana in corrispondenza con le pennate di chitarra, semplicemente enormi; una voce da officiante nero che mette i brividi. Il break centrale, ricchissimo di pathos e di drammaticità, ci porta ad una breve sezione cantata in growl, abissale e demoniaca come non mai, per poi ritornare sul tema centrale, che per certi versi ricorda non poco il tema di "Dies Irae". Un brano che fin dalle prime battute cattura irrimediabilmente e porta in un mondo parallelo. Non è da meno la successiva "Pavor Nocturnus", brano più ritmato e vario nonché ancora più oscuro, che ricorda moltissimo le cupe sonorità degli Evoken. Fino all'ottavo minuto pare non esserci speranza, quando parte un meraviglioso assolo di chitarra (dalla durata di ben 2 minuti e mezzo!) che, a rischio di ripetermi, personalmente considero come il migliore assolo di chitarra mai partorito da un gruppo Doom metal. I due brani valgono da soli l'acquisto dell'album, ma non è ancora finita: passiamo a quello che rimane, che non è poco.

La cover di "For Funerals To Come" dei Katatonia rende ottimamente giustizia all'originale tramite un perfetto riadattamento nello stile Pantheist, che sempre di più si sta affermando come personale e ben riconoscibile tra mille. Per il resto troviamo i brani del loro primo ed unico demo, antecedente alla pubblicazione del debutto "O Solitude". Troviamo le precedenti versioni di "Time", "Lust" (quest'ultima pubblicata successivamente sul loro secondo album "Amartia") ed "Envy Us", che reca al suo interno omaggi a niente meno che il Preludio in Do minore di Chopin e al Secondo Movimento della Settima Sinfonia di Beethoven, a memoria di come i Pantheist abbiano attinto dalla musica classica nelle loro composizioni, di fortissimo carattere "sacrale" e solenne, seppur non strettamente religioso. Quello che non avevamo ancora sentito su album è l'Intro, brano per organo che sfoggia perfino alcuni interessanti virtuosismi ed accelerazioni, "Liefde Voor Niemand", splendido e malinconico duetto tra pianoforte ed organo, e "1000 Years", brano lento e opprimente come da perfetta tradizione del gruppo, anch'esso accompagnato da pesanti e insistenti note d'organo e pianoforte, che lo rendono ugualmente adatto come colonna sonora di un funerale. Del resto, se il genere si chiama Funeral Doom Metal, un motivo ci sarà. Per i fan del gruppo questa è un'uscita significativa, da non perdere, specialmente per i due brani inediti che sono assolutamente di ottimo valore: per gli altri, questo EP può essere utile per iniziare a conoscere il gruppo, ma visto che dura praticamente come un'album, forse è meglio partire con i dischi ufficiali, prima di dedicarsi anche all'esplorazione di questo interessantissimo mini - album. La prima traccia potrebbe essere un vero shock...

01 - The Pains Of Sleep (11:24)
02 - Pavor Nocturnus (14:05)
03 - For Funerals To Come (Katatonia Cover) (3:38)
04 - Intro (2:37)
05 - Time (7:24)
06 - Lust (4:55)
07 - Envy Us (7:55)
08 - Liefde Voor Niemand (4:03)
09 - 1000 Years (6:05)