Pagine utili del blog

mercoledì 9 marzo 2011

Ahab - "The Call Of The Wretched Sea"

Napalm Records, 2006
Negli ultimi anni il mondo del Doom Metal ha avuto un’esplosione impensabile: le band che suonano questo genere si sono moltiplicate a ritmo esponenziale di base 4, e provengono un po’ da ogni paese; in particolare ha ricevuto un notevole impulso il filone russo, grazie alla Doom label Solitude Production. Sfortunatamente però la qualità è piuttosto rara: la maggior parte delle band suona un Doom/Death completamente privo di idee che si perde in stancanti riffoni di chitarra, molte altre utilizzano la sezione ritmica solo come sterile accompagnamento alle melodie; e comunque in generale quello che in media una band Doom ha da offrire è qualche melodia carina vagamente triste. Poi però ogni tanto, in questo mare di pochezza, spunta fuori la band rivelazione: questa volta è toccato agli Ahab.

Si tratta di un quartetto tedesco che propone un Funeral Doom di fattura personalissima: le melodie sono sofisticate e talvolta molto ricercate - si veda ad esempio Below The Sun - e gli arpeggi sono estremamente evocativi; la chitarra ritmica è usata in modo completo come produttrice di riff micidiali e atmosfere oceaniche, fragorose come alte onde di un mare in tempesta; sono presenti anche delle tastiere decisamente poco appariscenti, che però perfezionano la riuscita delle atmosfere; la voce passa da un growl spaventoso, lentissimo e profondo come una caverna ad un clean plumbeo e algido, che sembra quasi provenire da lontano come se fosse portato dalla brezza marina; e infine, udite udite, la batteria non è un semplice metronomo - finalmente! - bensì uno strumento che viene utilizzato nel pieno delle sue potenzialità, con ritmi molto ricercati sebbene sempre lenti e con un lavoro di piatti e piattini a tratti addirittura estenuante. Concettualmente i brani si ispirano al romanzo Moby Dick (!), come testimonia il nome della band, e sia l’artwork che la musica richiamano atmosfere da mare aperto, come se mentre ascoltate il disco foste su una nave solitaria tra le onde. Non a caso la band ha denominato il proprio stile Nautik Funeral Doom Metal - anche se probabilmente questa è in parte una trovata di immagine. Il modo in cui questi ragazzi tedeschi creano le loro canzoni è così interessante che voglio passarne brevemente una ai raggi X; scelgo quindi la mia preferita, Old Thunder. Il brano si apre con un arpeggio spettacolare dal suono pieno ed echeggiante e dai colori sofferenti, supportato molto bene dalla batteria che comincia fin da subito a lavorare sui piatti. Senza perdere un minimo di continuità e coerenza ecco che esplode la chitarra in riff fragorosi, alla quale si aggiunge con gran tempismo un giro di note dinamico che viene ripetuto all’infinito, e che dona leggerezza e dinamismo al tutto. E’ molto interessante notare come è questo giro ad essere ripetitivo, e batteria e chitarra ritmica ad essere ricercate, contrariamente a quanto accade di solito. La batteria in particolare svolge un lavoro ammirevole e sfiancante: è quel tipo di “lavoro sporco” che ad un ascolto superficiale magari neanche si nota, ma che ascoltando con più attenzione riempie di entusiasmo e soddisfazione - qualcuno quindi la sa usare questa diavolo di batteria! La canzone si evolve con un parziale ritorno alla melodia iniziale che sfocia in un abbozzo di assolo di chitarra, il quale si tramuta come per incanto in un cantato clean. Nel finale attaccano di nuovo i riff precedenti e poi il brano si conclude. Ho raccontato tutto ciò con l’intento di dare l’idea di quanto raffinato sia lo spirito compositivo di questa band: una continua ricerca e attenzione al dettaglio, una musica ritmicamente eccellente e molto varia che però riesce a non essere dispersiva, un tripudio di melodie fluide e stupende.

The Call Of The Wretched Sea sembra un album di una band navigata che ha finalmente trovato le proprie identità musicale e maturazione stilistica, e invece non è altro che il disco di esordio di quattro ragazzi tedeschi. Band da tenere d’occhio per il futuro.

01 - Below The Sun (11:45)
02 - The Pacific (10:07)
03 - Old Thunder (09:54)
04 - Of The Monstrous Pictures Of Whales (01:52)
05 - The Sermon (12:36)
06 - The Hunt (11:13)
07 - Ahab's Oath (10:11)