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venerdì 11 marzo 2011

Dolorian - "When All The Laughter Has Gone"

Wounded Love Records, 1999
Mi convinco ogni giorno di più che come in politica esistono i G8 così nel Metal esistono i G2: Svezia e Finlandia. E’ semplicemente incredibile la quantità e la qualità che questi due paesi riescono a dare al mondo del Metal, e riescono a darle con un’immensa varietà di generi e una duratura continuità nel tempo. Dal Metal più estremo e spinto a quello melodico, dal Progressive al Folk/Viking, dal Power al Doom, passando per numerose interessanti sperimentazioni: nulla di ciò manca a Svezia e Finlandia, e lo si trova in grandi quantità.

La nostra meta per la presente occasione è la ridente Finlandia, terra di floridi boschi e grandi laghi, patria di Babbo Natale e di un idioma simpatico. Ma nulla di tutto ciò fa parte della musica dei Dolorian: questa rappresenta l’altro lato della Finlandia, quello del grande freddo invernale, quello dei sogni infranti dei bambini che scoprono che Babbo Natale non esiste, quello del primato europeo di suicidi con arma da fuoco. E proprio di depressione e morte si parla: quella dei Dolorian è una musica lenta e tenue, deprimente nelle sue melodie che svolazzano come scuri veli dal volto di una vedova; nulla a che fare col Power estremo ameno dei Children Of Bodom o il Folk degli Ensiferum, e nemmeno col Funeral Doom rilassante degli Skepticism. Un genere musicale che può essere fatto rientrare nella categoria Black/Doom, ma con tutte le accortezze del caso: di Doom non c’è poi molto a parte la lentezza. Qui si gioca piuttosto sulle atmosfere, e si ha l’intelligenza di farlo evitando di inserire ciò che non serve (i.e. i soliti, noiosi, ripetitivi riffoni lunghi e interminabili che si limitano ad accompagnare): il risultato è una musica scarna - ma non semplice! - e molto emotiva, che colpisce per la sua piacevole snellezza. Infatti i riff di chitarra ritmica sono leggeri e opachi, mai ostentati o insistenti, e peraltro nemmeno sempre presenti; e per di più quando sono presenti hanno qualcosa da dire, danno vita - insieme al basso - a dei giri davvero interessanti. Comunque, a condurre i brani e a scandire la cadenza sono i numerosi arpeggi e le tastiere, entrambi scelti con criterio: i primi sono tetri e soffusi, spaziano egregiamente anche nei toni bassi e si sfumano lentamente nel nulla, le seconde hanno un sound a tratti spettrale, davvero azzeccato. Inutile citare un brano sugli altri, perché in ciascuno ritroverete intatto quanto detto. Il tutto è completato con una voce che salta da uno scream non troppo potente a degli efficaci sussurri. Una curiosità: i testi dei brani non sono stati resi noti e risultano difficilmente comprensibili; alcuni hanno provato a ricostruirli parzialmente. Il risultato? Morte, morte e depressione. When All The Laughter Has Gone suona come un carillon dell’orrore, lento ma inarrestabile nel suo incedere claudicante, è un piccolo oggettino inerme che però emana tristezza e paura, e chi lo ascolta respira il gelo.

In conclusione si tratta di un grande lavoro, dalla tristezza glaciale e dalla sinfonia oscura. La Finlandia è un posto che la morte va spesso a trovare, e sicuramente ha fatto visita anche ai Dolorian: "Slow, so slow...take, take soul...I'm cold". Non vi resta che caricare il carillon e lasciarvi cullare dalla bieca mietitrice...

01 - Desolated Colours (07:19)
02 - My Weary Eyes (08:22)
03 - A Part Of Darkness (06:24)
04 - When All The Laughter Has Gone (05:52)
05 - Collapsed (09:18)
06 - Fields (04:45)
07 - With Scorn/Perish (11:11)