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venerdì 18 marzo 2011

Cryptopsy - "The Unspoken King"

Century Media, 2008
Quando Copernico propose il modello eliocentrico dell’universo gli piovvero addosso critiche e reazioni come frecce infuocate durante l’assedio di una città. Quando Darwin disse che l’uomo discende da un antenato dalle forme scimmiesche la terra tremò, talmente furono forti le opposizioni che ricevette. Quando Freud ebbe il coraggio di trattare apertamente la sessualità umana rimase pressoché solo contro tutti. Tutto ciò accadde anche ai Cryptopsy quando pubblicarono The Unspoken King.

Cos’hanno combinato Flo Mounier e i Cryptopsy di così grave e appariscente? Hanno abbracciato delle sonorità per loro del tutto nuove, nettamente più moderne e abbastanza lontane dai canoni del Death Metal; hanno un po’ semplificato le loro strutture complesse e labirintiche, senza per questo cadere nella banalità; hanno reclutato un cantante che si esibisce anche in clean; e di tanto in tanto hanno dato qualche leggera spruzzata di tastiere. Il tutto suona come una sorta di Deathcore, nonostante Flo Mounier nelle interviste abbia minimizzato questa sterzata stilistica. In pratica, data la storicità dei Cryptopsy come band Brutal Technical Death Metal, il loro gesto è grave almeno quanto quelli di Copernico, Darwin e Freud. Naturale che gli sia toccata la stessa sorte, dato che al mondo ad essere in maggioranza sono sempre le persone che non sono pronte all’evoluzione: e così ecco scatenato un tornado di critiche e insulti da parte di quei metallari tradizionalisti conservatori che hanno una visione troppo ristretta per poter apprezzare qualsiasi cosa esca dagli standard più classici. Nulla di nuovo nemmeno in ambito Metal, se si pensa a quali assurde critiche sono soggetti gruppi quali Cradle Of Filth, Dimmu Borgir, Dream Theater, Meshuggah; semplicemente ora c’è una band in più da criticare, e questa band sono i Crytopsy. In realtà, se si avesse la capacità di ascoltare anche ciò che a primo impatto non corrisponde esattamente a quello che si vorrebbe sentire, si scoprirebbe che The Unspoken King è un ottimo disco di Metal estremo che sa unire la furia cieca e ribollente ad una melodia mai banale, caratterizzato dalle continue sciabolate ritmiche e melodiche delle due chitarre, dalla mitragliante batteria di Flo Mounier, e dalla prova canora sensazionale di Matt McGachy - a proposito! Quale piacevole novità! Nonostante i Cryptopsy siano sempre stati poco fortunati coi cantanti abbiamo qui un vero gioiellino, capace di spaziare in modo eccellente ed esplosivo dal growl allo scream, armonizzando tutto con ottime linee pulite. Mi spingo addirittura ad asserire che, considerando questo apparente “nuovo inizio” per i Cryptopsy, Matt può costituire una delle fondamenta su cui costruire il futuro.

Questa scelta stilistica modern-oriented non è piaciuta ai più conservatori, ma i conservatori sono fatti così, e non solo in musica; non ci si può fare niente, meglio limitarsi a compatirli. Io credo che nel valutare un disco Metal non si debba badare agli eventuali cambi di genere che un gruppo per forza di cose prima o poi compie, credo piuttosto che le cose importanti siano l’ispirazione e l’emancipazione dalla banalità - la personalità, insomma. I Cryptopsy hanno dimostrato di averne: disco riuscito sebbene diverso dai precedenti, scorrevole e piacevole, sicuramente migliore dell’ultimo claudicante e mal prodotto Once Was Not che camminava con un piede in due scarpe.

01 - Worship Your Demons (02:12)
02 - The Headsmen (05:14)
03 - Silence The Tyrants (04:09)
04 - Bemoan The Martyr (04:10)
05 - Leach (04:48)
06 - The Plagued (04:09)
07 - Resurgence Of An Empire (04:40)
08 - Anoint The Dead (03:19)
09 - Contemplate Regicide (05:29)
10 - Bound Dead (06:26)
11 - (Exit) The Few (02:31)