Pagine utili del blog

venerdì 25 marzo 2011

Raventale - "On A Crystal Swing"

Backfire Productions, 2006
"On A Crystal Swing" è il primo suggestivo album di Astaroth, artista ucraino che rappresenta l'unico componente dei Raventale. Con questo disco, la band mette le proprie radici nel terreno ed esplora sonorità che pescano dal black metal ma si contaminano notevolmente con atmosfere doom, ma non di quelle angosciose e terrificanti, bensì calme e riflessive, ipnotiche, lontane anni luce dalla graniticità. Aggiungiamoci anche qualche riuscito inserto di elementi folk - classicheggianti - ambient, e il risultato finale sboccia in tutta la sua delicata bellezza, andando a formare un lavoro breve, molto scarno ed essenziale a livello melodico e strutturale, ma sempre dotato di una forte carica evocativa e di un'atmosfera che richiama freddi boschi invernali e paesaggi dimenticati e silenziosi, come nella migliore tradizione black metal. Nessuna aggressività e tanta dolcezza, superbamente camuffata dietro una voce sporca e chitarre deliziosamente ronzanti.

La voce in screaming, contrariamente a ciò che ci si aspetterebbe da un disco che affonda le proprie radici nel black, rimane piuttosto in sordina; nel suo timbro un po' gracchiante ma pulito risulta essere un elemento gregario, lievemente soffocato dagli strumenti e mai posto in primo piano: caratteristica che la rende affascinante, anche perchè i testi sono in lingua madre e conservano la spiccata musicalità dell'idioma ucraino, bellissimo come tutte le lingue slave. A livello puramente strumentale, le trame melodiche sono assai semplici e non si può mai parlare di linee melodiche vere e proprie, in quanto esse sono formate quasi sempre da lunghe successioni di accordi e note doppie, senza mai lasciare spazio al solismo chitarristico che comunque apparirebbe abbastanza fuori luogo in un disco come questo. I tappeti di archi in sottofondo, gentili e discreti, creano talvolta la linea melodica principale, lasciando alle chitarre un puro compito di accompagnamento. Il minimalismo che ne consegue diventerà marchio di fabbrica dei Raventale, capaci di incantare con pochissimi elementi, ma senza tralasciare la propria evoluzione musicale di album in album.

Da questo lavoro traspare la severità delle foreste nordiche e la loro raggelante bellezza, come possiamo sentire già nel primo vero brano "Shredding The Skies By Fire", debitore delle atmosfere dei Satyricon di "Mother North". Brano che si regge su una ritmica veloce e possente, su lunghe cavalcate di chitarra abbastanza statiche ma sempre coinvolgenti, che trasmettono un'idea di "viaggio", nella loro monotonia. Questo sarebbe un disco ideale da ascoltare durante un lungo viaggio in treno, mentre si superano foreste, fiumi, laghi e montagne innevate, senza mai fermarsi per giorni e giorni. L'album si muove quasi sempre sulle stesse coordinate: ripetitività, minimalismo, piccole dosi di atmosfera (come per esempio nel prologo, ma soprattutto nella breve ed intensa strumentale "The Cradle Of Rain", dove un pianoforte dolcissimo sposa il suono della pioggia), ritmiche mai troppo veloci o irruente, riusciti inserti di strumenti particolari come lo struggente flauto che ci accompagna per mano nel finale di "On A Crystal Swing" o le sognanti sezioni di archi di "Resinous Blackness Of The Sky", che aiutano le chitarre a trasformarsi da ruvide a malinconiche. Un lavoro grezzo e scarno, ma curatissimo nel suo contesto: la dimostrazione che la semplicità a volte è più efficace di tanta ricercatezza, che spesso diventa solo inutile pomposità. I Raventale sono così: semplici, crudi, diretti, totalmente sè stessi. Un disco che mi sento di consigliare vivamente, specialmente se dovete affrontare un viaggio avventuroso attraverso terre lontane e sconosciute: sarà la colonna sonora perfetta.

Magico.

01 - Prologue (2:00)
02 - Shredding The Skies By Fire (6:26)
03 - The Forest Spread Out In The Grey Melancholy (13:40)
04 - Resinous Blackness Of The Skies (7:12)
05 - The Cradle Of Rain (2:08)
06 - On A Crystal Swing (9:34)