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martedì 8 marzo 2011

In Flames - "Whoracle"

Nuclear Blast, 1997
Come non esaltarsi di fronte a questo lavoro, che se non è il miglior album degli In Flames, poco ci manca? Nel 1997 il death metal melodico è in piena fase creativa e i mostri sacri stanno producendo o hanno appena prodotto i migliori album del genere: solo due anni prima, i Dark Tranquillity avevano stupito tutti con un album maturo e complesso come "The Gallery", mentre i colleghi In Flames, provenienti dalla stessa città, un anno dopo avevano dato alla luce "The Jester Race", che riprendeva il discorso iniziato con i primi grezzi album e lo arricchiva di melodia e soluzioni accattivanti, lasciandolo però sempre molto aggressivo e compatto. "Whoracle" è la naturale prosecuzione di quell'evoluzione: a differenza dei Dark Tranquillity, che preferiscono puntare sulle atmosfere malinconiche e talvolta drammatiche, gli In Flames si distinguono per un suono ben più tagliente, incisivo, più diretto e di più semplice assimilazione. "Whoracle" è per l'appunto una raccolta di canzoni che seguono un unico filone, ma ciascuna dotata di una personalità propria e riconoscibile, e soprattutto di alcuni elementi efficacissimi: dosi consistenti di melodia, una voce growl graffiante e lancinante, qualche riuscito blitz delle chitarre acustiche, e un'energia poderosa.

L'iniziale "Jotun" è la perfetta summa di tutto ciò che si può trovare nell'album: aggressività e senso melodico mescolati insieme, in modo che non sia mai nessuno dei due a prevalere sull'altro. Più che death metal in senso stretto, che poteva trovarsi sui primi lavori, qui siamo di fronte ad un'evoluzione che porta la band su territori meno oltranzisti e più aperti alla sperimentazione: un buon esempio può essere "Jester Script Transfigured", quasi psichedelica con i suoi stacchi acustici, le melodie liquide e le vocals allucinate, oppure "Worlds Within The Margin", dal testo affascinante e dal feeling molto oscuro. Trova spazio un pò di tutto: dalla travolgente "Episode 666", alla rabbiosa "Food For The Gods", fino alla strumentale "Dialogue With The Stars", che per il suo carattere giocoso e sbarazzino mi ha ricordato non poco i minuetti di Bach (!). Echi di classicismo si sentono chiaramente anche nello stupendo assolo di "The Hive", inizialmente dura ed estremamente dissonante, ma che poi si trasforma in una fuga chitarristica assolutamente esaltante, in un tripudio di scale e abbellimenti che ancora una volta mi hanno fatto venire in mente l'immenso J.S. Bach. C'è spazio anche per qualche sorpresa, come la divertente cover di "Everything Counts" dei Depeche Mode, e per la conclusiva strumentale "Whoracle", dal ritmo ossessivo e ipnotico che chiude l'album in maniera un pò strana, in relazione a tutto ciò che abbiamo ascoltato prima. "Whoracle" è in definitiva un disco fondamentale del death metal melodico anni '90, quello stesso death melodico che la band ha successivamente rinnegato, diventando forse eccessivamente "moderna" e perdendo quella schietta genuinità che la caratterizzava, e che a mio parere in "Whoracle" raggiunge il punto massimo, per quanto la discografia della band sia costellata di ottimi lavori. Un pezzo di storia metallica.

01 - Jotun (3:53)
02 - Food For The Gods (4:21)
03 - Gyroscope (3:25)
04 - Dialogue With The Stars (3:00)
05 - The Hive (4:03)
06 - Jester Script Transfigured (5:46)
07 - Morphing Into Primal (3:05)
08 - Worlds Within The Margin (5:05)
09 - Everything Counts (3:17)
10 - Episode 666 (3:45)
11 - Whoracle (2:43)