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lunedì 28 marzo 2011

Draconian - "Arcane Rain Fell"

Napalm Records, 2005
I Draconian sono spesso considerati un gruppo di serie B nel panorama gothic - doom, accusati di essere troppo attaccati ai clichès del genere e di non essere capaci di mostrare alcuna personalità, nè alcuna idea realmente interessante. Non sono pienamente d'accordo: potrei dire che non lo sono affatto, ma preferisco mantenere qualche riserva, per motivi che spiegherò in seguito.

Inizio invece col dire che questo "Arcane Rain Fell" è senz'ombra di dubbio il miglior lavoro partorito in casa Draconian, e che si tratta di un disco di tutto rispetto, anche se può benissimo non piacere. Qualcuno potrebbe apprezzare a fatica la romantica voce di Lisa Johansson mentre duetta con il mostruoso growl di Anders Jacobsson: entrambi i cantanti hanno una timbrica e uno stile particolarmente "patetico" e teatrale, che potrà farli amare alla follia oppure farli detestare: questa band non accetta vie di mezzo, o li si apprezza o li si odia. Comincio a dire i motivi per cui apprezzo questo "Arcane Rain Fell": innanzitutto per un buon songwriting, per le ottime melodie, per le strutture dei brani di sufficiente complessità e varietà, per la capacità di alternare sapientemente dolcezza e rabbia; successivamente per l'ottima produzione, sempre pulita e potente. Infine, per la presenza di un capolavoro che si colloca immediatamente come momento più alto dell'intera discografia del gruppo, e cioè la lunghissima e altrettanto sofferta "Death, Come Near Me", teatro di un romanticismo disperato e intensissimo. Ma come non citare anche la durezza dell'opener "A Scenery Of Loss", che cresce lentamente aumentando il volume delle chitarre, fino ad arrivare a spunti quasi death metal? Oppure, come non stupirsi di fronte alle appassionate e contorte melodie di "Daylight Misery", o al vibrante tema centrale di "Heaven Laid In Tears"? Difficile rimanere insensibili a brani di tale intensità e bellezza, ma purtroppo non è tutto rose e fiori come sembra: ora devo spiegare il perchè delle mie riserve. Come mai non sono totalmente in disaccordo con chi considera quest'album un lavoro mediocre? Perchè in realtà contiene troppi riempitivi, che potrebbero tranquillamente non esserci. Se l'album fosse formato solamente dai brani che ho citato, starei probabilmente parlando di un EP - capolavoro, uno dei miei dischi preferiti: tuttavia non posso ignorare la prolissità di un brano come "The Apostasy Canticle", che pur sforzandosi di apparire grintoso e appassionato, in realtà risulta piatto e poco coinvolgente: stesso discorso per "The Abhorrent Rays" e per "The Everlasting Scar", brani assolutamente ordinari e privi di idee: il primo sembra quasi un pezzo rock commerciale, il secondo usa praticamente solo riff riciclati dai precedenti brani, e dunque non è nulla di realmente interessante, nonostante le variazioni ritmiche che potrebbero conferirgli un minimo di dinamismo. L'intermezzo recitato "Expostulation",  unico brano che ancora non ho citato, è sicuramente piacevole ma in fin dei conti piuttosto inutile.

Che dire in definitiva? I Draconian sono una band con buone potenzialità, ma che riescono a sfruttare le medesime solo a metà: questo album è un insieme di brani splendidi e brani di scarso valore, che uniti in un solo album lasciano un po' l'amaro in bocca, perchè ripeto, se ci fossero state solo le tracce 1, 2, 5 e 8, ora starei a parlare di uno dei più bei dischi gothic - doom di sempre. Ciò non toglie, tuttavia, che la metà "valida" dell'album valga di per sè l'acquisto. Per chi avesse dei dubbi, consiglio di ascoltare la sopracitata "Death, Come Near Me" per farsi un'idea: vedrete che la voglia di comprarlo vi verrà comunque, anche se solo metà disco è realmente valevole di essere ascoltato e vissuto.

01 - A Scenery Of Loss (9:11)
02 - Daylight Misery (5:30)
03 - The Apostasy Canticle (9:51)
04 - Expostulation (2:05)
05 - Heaven Laid In Tears (Angel's Lament) (6:54)
06 - The Abhorrent Rays (5:32)
07 - The Everlasting Scar (6:00)
08 - Death Come Near Me (15:22)