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venerdì 25 marzo 2011

Incantation - "Blasphemy"

Candlelight Records, 2002
Come tutti ben sanno il Death Metal è nato dal Thrash, e non a caso i primi gruppi storici - ad es. Death, Possessed, Obituary, e persino i primi Morbid Angel - presentano una chiara matrice Thrash nelle strutture dei brani. Gli Incantation furono invece una delle primissime band, insieme a Immolation e Suffocation, a suonare un Death Metal violento per davvero: più veloce e oscuro, con un growl cavernoso e un ritmo pieno zeppo di blastbeats.

C’è però un mistero nel mondo del Death Metal: alcune band di vecchia data, magari anche con pochissimi dischi all’attivo, rimangono nella storia e vengono ricordate da tutti; altre parimenti valide e magari con più dischi pubblicati finiscono invece nel dimenticatoio perenne. Gli Incantation - come anche i Monstrosity e i The Chasm, tanto per citare due nomi eccellenti - appartengono al secondo gruppo, e il loro quinto album Blasphemy è forse il loro album meno acclamato. Inutile dire che è il mio preferito, ahahah! Gli Incantation vengono ricordati, da chi li ricorda, principalmente per il loro album d’esordio Onward To Golgotha (1992) che viene considerato come una colonna portante nel suo genere, ma le due vere gemme della loro discografia sono probabilmente Diabolical Conquest (1998) e The Infernal Storm (2000). Blasphemy è il loro immediato successore, e incorpora con personalità tutti quelli che sono i costituenti musicali tipici degli Incantation: velocità folli alternate a plumbei passaggi Doom-oriented, numerosi riff di grande impatto, growl crudo e oscuro. Gli Incantation sono questo, e questo ci ripropongono anche in Blasphemy: dalle violente Crown Of Decayed Salvation, Descend Seraphic Irreverence e la stessa titletrack alle gemme Rotting With Your Christ, His Weak Hand, passando per il riff nostalgico quasi commuovente di A Once Holy Throne, fino ad arrivare alla sperimentale Uprising Heresy, lenta e decadente. Finito qui? In realtà no, perché quando inserite il CD nel vano dell’apposito lettore il display vi segnala 13 invece che 11. Si scopre infatti che dopo le undici canzoni segnalate sulla tracklist segue una lunghissima traccia di quasi-silenzio da cui emergono in tutta calma una serie di rumorini molesti...il tutto si concretizza nella traccia numero 13, una parlata di una persona posseduta - suppongo - che sarebbe interessante decifrare per sviscerare eventuali messaggi subliminali. Nel complesso Blasphemy è un tripudio di riff su riff, tutti stupendi dai più veloci ai più lenti, rigorosamente accompagnati da una veste sonora tutta Old School; e gli Incantation sono un gruppo in piena tradizione Death che è capace di strafare solo per mezzo dei riff, senza mai annoiare. Qui non c’è virtuosismo, qui non c’è originalità: c’è solo uno dei migliori Death Metal datati che potrete mai sentire.

Questo disco non aggiunge nulla a quello che gli Incantation sono stati e sono tuttora, né tantomeno nulla gli toglie. Si potrebbe scrivere una recensione identica a questa per tutti gli altri loro album. Così, volendone scegliere uno, ho scelto quello che a pelle preferisco...sarà forse la disposizione dei brani, saranno forse i riff specifici, o forse semplicemente è un’irricostruibile scelta inconscia. Ma ciò che conta è che gli Incantation invece sono consci, e possono vantare una discografia invidiabile; questo Blasphemy non ne è che una dimostrazione impeccabile.

01 - Blasphemy (04:16)
02 - The Fallen (02:27)
03 - A Once Holy Throne (03:09)
04 - Crown Of Decayed Salvation (05:43)
05 - Rotting With Your Christ (03:38)
06 - His Weak Hand (05:04)
07 - The Sacrilegious Apocalypse Of Righteousness And Agonizing Dementia (The Final Defilement Of Your Lord) (02:06)
08 - Deceiver (Self-Righteous Betrayer) (04:18)
09 - Descend Seraphic Irreverence (02:53)
10 - Uprising Heresy (08:34)
11 - Misanthropic Indulgence (05:41)