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venerdì 25 marzo 2011

Arcana Coelestia - "Le Mirage De L'Ideal"

ATMF, 2009
Non è certo per slancio patriottico se un antipatriottico come me afferma che negli ultimi dieci anni l’Italia ha raggiunto un’ottima situazione in ambito Metal, seconda solo ai fastosi panorami di Scandinavia e Stati Uniti, e forse a Germania e Gran Bretagna. E la situazione è ottima tanto come quantità quanto come qualità: basti pensare a band quali Forgotten Tomb, DoomSword, Sadist, Illogicist, DGM, per non parlare della nutritissima scena underground.

Il bello della varietà è che è come l’entropia: non può far altro che crescere, e mal che vada rimane costante. E se negli ultimi anni è cresciuta così tanto, una fetta consistente del merito va riconosciuta agli Arcana Coelestia, che con Le Mirage De L’Ideal danno un seguito a quel capitolo iniziale Ubi Secreta Colunt pubblicato nel 2007. Fin dall’inizio fu chiaro che si trattava di una proposta eterogenea molto interessante e difficile da inquadrare, ma che sostanzialmente può essere fatta rientrare nel girone Black/Doom. Ma una cosa è esordire con un buon disco che formula delle potenziali promesse, ben altra cosa è riuscire poi a mantenerle con il secondo full-length: Le Mirage De L’Ideal ci riesce nel più fantastico dei modi.

Le Mirage De L’Ideal si presenta come una personalissima rielaborazione dello stile degli Esoteric, e, sebbene il modo di suonare la chitarra ritmica sia il medesimo e le linee vocali si somiglino molto, gli Arcana Coelestia trasformano la paralizzante claustrofobia dei britannici in qualcosa di arioso ed etereo: le atmosfere opprimenti e psicopatiche sono qui sublimate in paesaggi onirici, mentre gli arpeggi oscuri cedono il passo al pianoforte - magistrale l’outro finale! Da sottolineare anche le leggiadre uscite in clean vocals, sicuro valore aggiunto che impreziosisce il tutto. Col senno di poi ci si rende conto che tutto ciò era già stato accennato in Ubi Secreta Colunt; ma se quella fu una speranzosa semina di idee ancora non del tutto delineate, è solo ora che dal terreno si ergono robusti alberi da frutto carichi di succulenti baccelli: gli Arcana Coelestia sfornano un lavoro dalle tinte celestiali - guarda a caso! -, un po’ onirico e un po’ allucinatorio, due concetti che sono molto più vicini di quanto non si possa pensare. Bisogna spendere parole d’elogio anche nei confronti della produzione: i suoni non sono mai netti, ma si sfumano piuttosto uno nell’altro creando un effetto galleggiante, fluttuante, semplicemente delizioso - l’effetto è davvero quello di “un mirage”! E’ possibile rendere musicalmente l’effetto di un miraggio? Impensabile, ma gli Arcana Coelestia ci riescono. Pazzesco...da notare in particolare la batteria: imponente e lontana, dà una profondità incredibile ai brani, come se rimbombassero da cieli lontani. Questo è un esempio clamoroso di come, qualora il materiale musicale composto sia già di per sé valido, una produzione particolare e ricercata - e soprattutto non necessariamente moderna e pulita! - possa fare di un ottimo album musicale un capolavoro unico e irripetibile.

E così la musica fila via sublime e tremendamente immaginifica, une opéra mélancolique in deux actes che viaggia leggera ma imponente come un’ampia nuvola irradiata dalla luce di un sole tramontante, sprofondando lentamente nella tragica narrazione baudelaireiana di Delirium per poi riemergere per il gran finale. Nel panorama Funeral Doom, composto ormai delle solite band Doom/Death tutte uguali, mancava una perla lucente come questo album, che più che un miraggio dell’ideale è una palpabile ideale realtà: maestoso.

Acte Premier:
01 - Duskfall (10:55)
02 - Requiem (For The Fathomless Void Of Redemption) (08:18)
03 - Le Mirage De L'Idéal (07:34)

Acte Deuxième:
04 - Tragedy & Delirium I - The Tragedy (05:33)
05 - Tragedy & Delirium II - The Delirium (06:45)
06 - ...Thus Fade In Nocturnal Deluge (10:27)