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sabato 20 novembre 2010

Agalloch - "Of Stone, Wind And Pillor"

The End Records, 2001
Un cervo si abbevera in uno scenario dalla tonalità completamente marrone, in mezzo ad alberi e arbusti fittamente intrecciati. Questa è l'immagine che gli Agalloch hanno scelto per la loro prima release in edizione limitata, immediatamente successiva allo stratosferico debutto "Pale Folklore", che con il suo suono acerbo e grezzo mostrava tuttavia una band piena di idee e di passione, tale da far sembrare che suonassero da chissà quanti anni. Non era passata inosservata l'ottima capacità degli Agalloch di combinare attitudine gothic metal, melodie inesauribili, un'evidente propensione verso le atmosfere dark e "naturalistiche",  e infine un particolarissimo growl - scream sussurrato che ogni tanto si trasforma anche in un splendido clean. 

Questo "Of Stone, Wind And Pillor" è un EP limitato a 2500 copie, quindi oggi non è facile da trovare, come spesso succede alle cose più interessanti. Il disco raggruppa, in poco più di venti minuti, cinque tracce (alcune provenienti da vecchi demo) di cui due strumentali e una cover dei Sol Invictus, la cantilenante "Kneel To The Cross". Questo dischetto rappresenta l'ideale ponte di collegamento tra il debutto "Pale Folklore" e il disco che sarebbe uscito di lì a breve, l'acclamato "The Mantle", nel quale i ragazzi dell'Oregon avrebbero dato più spazio alle parti acustiche ed atmosferiche rispetto a quelle elettriche. Qui troviamo alcune gustose anticipazioni del sound che verrà: escludendo la buona title track, un pezzo in pieno stile Agalloch che avrebbe potuto benissimo stare su "Pale Folklore", le novità sono le tracce strumentali e introspettive, piuttosto che la violenza sonora (che comunque su "Pale Folklore" era sempre ben calibrata e ragionata). Andiamo dunque a scoprire maggiormente il lato "tranquillo" degli Agalloch. La breve "Foliorum Viridum" si regge su un meraviglioso connubio tra archi, pianoforte e fiati, mentre "Haunting Birds" è un pezzo per due chitarre acustiche, malinconiche e ripetitive, nel quale fanno capolino anche i rumori di uno scoppiettante falò. Non si può concepire la musica degli Agalloch senza continui rimandi alla natura, agli spiriti del bosco, alla bellezza di paesaggi dimenticati. Dopo l'interessante cover, dalla bellissima introduzione che ripete con insistenza "Summer is a coming - in: Arise! Arise!", facendolo sembrare proprio un rituale religioso pagano), chiudiamo il cerchio con "A Poem By Yeats", una poesia dell'omonimo autore recitata da una voce profonda e ispirata, a metà tra un canto religioso e una recitazione vera e propria. Il tappeto strumentale in sottofondo, anch'esso ricco di strumenti classici, ha un sapore epico e come carattere potrebbe ricordare una colonna sonora di un grande kolossal cinematografico. Forse una produzione più appropriata avrebbe giovato agli strumenti, facendoli risaltare maggiormente, ma la musica non perde il suo fascino anche se leggermente in sordina.

Un pianoforte quasi impercettibile chiude questo piccolo ma significativo EP e dimostra l'eccellente livello artistico e compositivo degli Agalloch, una band che in un modo o nell'altro riesce sempre a fare breccia nei cuori dei suoi ascoltatori. Un pezzo da collezione, da custodire gelosamente.

01 - Of Stone, Wind And Pillor (7:00)
02 - Foliorum Viridum (2:42)
03 - Haunting Birds (3:44)
04 - Kneel To The Cross (Sol Invictus cover) (5:54)
05 - A Poem By Yeats (4:06)