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sabato 13 novembre 2010

Tyranny - "Tides Of Awakening"

Firedoom Music, 2005
Il funeral doom metal è un genere che non smette mai di stupire. Anche quando si pensa di aver conosciuto la band più mortifera, oscura ed opprimente possibile, c'è sempre qualcuno che è pronto a farti cambiare idea. Nello specifico, mi è successo con i Tyranny: avevo creduto che il gruppo più "distruttivo" del filone fossero gli Esoteric, con le loro atmosfere impenetrabilmente ferali e nere, ma questo "Tides Of Awakening" mi ha fatto immediatamente ricredere, e ora sono i Tyranny a portare la palma di gruppo più tremendo di tutto il filone funeral. Tuttora insuperati, poichè è difficile immaginare qualcosa di più incredibile di questo album, dal punto di vista dell'estremizzazione di ogni concetto musicale caro a questo sottogenere. Nonostante sia discretamente debitore proprio del sound Esoteric, "Tides Of Awakening" porta infatti la musica estrema ad un livello ancora superiore, anche se per coerenza sarebbe meglio parlare di livello inferiore, visto che parliamo di una vera e propria discesa negli abissi dell'inferno.

A livello strettamente musicale, il duo finlandese ci propone un lungo calvario di 66 minuti di durata, debitore di ogni singolo stilema del Funeral Doom, dunque scarsamente originale in senso stretto: troviamo sempre le solite chitarre ribassate di diversi toni, il solito growl tombale, i soliti tempi di batteria e di basso mortalmente lenti e pesanti, l'attitudine orrorifica e mostruosa. Eppure, i Tyranny hanno qualcosa che li distingue da tutti gli altri. Nessuno, a parte loro, è mai riuscito a creare un muro sonoro così compatto e devastante; nessuno è mai riuscito a tirare fuori dei ringhi così cupi e demoniaci; nessuno ha saputo usare le tastiere in maniera così discreta, e contemporaneamente così efficace per pennellare scenari di assoluto orrore. I Tyranny hanno scelto di prendere tutte le caratteristiche basilari del funeral doom e di estremizzarle all'estremo, in un paradosso che spesso porta alla pacchianeria e al cattivo gusto, ma che in questo caso è riuscito al cento per cento. Non mancano nemmeno le contaminazioni di origine drone - doom, come per esempio nell'uso del basso, o anche solo per l'estrema graniticità della chitarra ritmica, un tappeto continuo che non mostra mai cedimenti, se non nei rari stacchi di sole tastiere. Mettete insieme tutto quanto, e viene fuori un disco di quelli realmente terrificanti, un pugno nello stomaco sferrato con estrema lentezza ma destinato ad affondare in profondità nelle viscere.

A livello tematico, l'album è di chiara ispirazione lovecraftiana: l'enorme occhio che ci sovrasta malefico in copertina non può essere altrimenti che l'occhio di Chthulu, mostruosa creatura arcana che rappresenta il diavolo. A livello musicale il disco si compone di cinque tracce di lunghezza biblica, che scorrono con una lentezza a tratti esasperante, programmatica e pesantissima. Non c'è alcun barlume di umanità in questi solchi, e ce ne accorgiamo in fretta ascoltando la terribile opener "Coalescent Of Inhumane Awareness", brano dalla ragguardevole lunghezza di quattordici minuti e mezzo, che considero l'episodio meglio riuscito dell'album. L'inquietante introduzione prende forma lentamente, scandita dai rintocchi della batteria e da tastiere orrendamente inquiete, tastiere che ci preparano all'esplosione di malvagità imminente. Sfido chiunque a non spaventarsi nel momento in cui la voce fa la sua comparsa: non sembra forse di ascoltare il diavolo in persona, che ruggisce dagli abissi degli Inferi? Sicuramente l'elettronica qui ci mette lo zampino, poiché dubito molto che un essere umano possa tirar fuori una vocalità simile usando solo il diaframma e le corde vocali. E che dire della spaventosa potenza delle chitarre, che si ergono come un muro di pietra alto chilometri e chilometri, nonchè della stupenda malvagità della linea melodica principale, così stridente e allo stesso tempo così raffinata, da far venire i brividi? Questo è ciò che ci aspetta dall'inizio alla fine di questo album: attraverso brani ancora più lunghi e opprimenti, e solo in apparenza monotoni in quanto in realtà sono assai ricercati, ci attende un lento ed asfissiante viaggio nelle profondità oscure del cosmo, passando per i fondali di un oceano dimenticato e sotto il quale dimorano creature arcane e innominabili, nel buio più totale. Se c'è una band che è riuscita a riportare perfettamente in musica l'allucinato mondo descritto da Lovecraft, questi sono i Tyranny. In definitiva, "Tides Of Awakening" è un album spaventoso, da ascoltare sulla cima di una montagna durante una notte serena, lasciandosi rapire dall'estasi orrorifica e dal gusto del macabro.

Garantisce incubi notturni. Siete avvisati.

01 - Coalescent of the Inhumane Awareness (14:29)
02 - Sonorous Howl from Beyond the Stars (11:42)
03 - Upon the War-Torn Shape of Cold Earth (17:15)
04 - In the Arcane Clasp of Unwritten Hours (15:27)   
05 - Entreaties to the Primaeval Chaos (07:43)