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martedì 30 novembre 2010

In The Woods... - "Omnio"

Misanthropy Records, 1997
Ci sono gruppi a cui la storia non rende giustizia. Spesso hanno queste caratteristiche: nascono, pubblicano pochi album e poi si sciolgono, e il pubblico semplicemente li ignora. Forse è proprio per questo che si sciolgono, in quanto non tutti riescono a vivere di musica e senza un buon responso di pubblico non si può tirare avanti a lungo, a meno di avere buone disponibilità economiche. Questo iter ha visto protagonisti anche i norvegesi In The Woods..., una delle band più sottovalutate ed inspiegabilmente ignorate dell'intero panorama metal. Sarà perchè troppo innovativi, o troppo coraggiosi, o semplicemente impossibili da incasellare in un unico sottogenere definito; oppure semplice sfortuna, che a volte ci mette lo zampino.

Fortunatamente, almeno in questo caso la carriera del gruppo ha potuto proseguire grazie ai Green Carnation, gruppo avantgarde - progressive metal dalla line - up molto instabile che ha visto entrare nelle sue fila moltissimi dei passati membri degli In The Woods..., garantendo così una sorta di continuità alla loro evoluzione musicale, seppur in forma trasfigurata. Sarebbe stato davvero un peccato limitare la carriera di questo interessantissimo gruppo ai tre studio - album che ha pubblicato nella sua breve carriera. Questo "Omnio" rappresenta il punto centrale, cioè il secondo album: già distanziato dalla matrice black metal del poliedrico debutto "Heart Of The Ages", ma ancora molto elaborato e lontano dal minimalismo che avrebbe successivamente contraddistinto "Strange In Stereo". Che musica si trova in questo disco? Dirlo è davvero difficile. Per chi ama etichettare i generi musicali, potrei definire la musica degli In The Woods... come un inusitato mix tra progressive metal, echi black, psichedelia settantiana di matrice pinkfloydiana, post - rock e qualche sprazzo di musica classica. Penso sia sufficiente per capire che si tratta di un gruppo davvero inclassificabile. L'album è molto eterogeneo e ricercato, non esiste la struttura facilmente memorizzabile che è già entrata in testa dopo due o tre ascolti, il mood passa continuamente dal malinconico all'epico, con qualche breve parentesi di aggressività che però non può lontanamente competere con quella che trovavamo sul loro album di debutto. Qui, infatti, lo screaming sparisce completamente e la voce è unicamente in pulito, e spesso troviamo duetti con una voce femminile, che talvolta si guadagna perfino il ruolo di protagonista.

L'opener "299.796 km/s" (che rappresenta, per i profani della fisica, la velocità della luce nel vuoto) è un mastodontico brano di quasi quindici minuti nel quale troviamo veramente di tutto: meravigliose sezione d'archi unite ad arpeggi dolci e sognanti, chitarre mai troppo distorte, improvvise accelerazioni dove riaffiora tenuemente il  carattere black metal, un'evocativa voce maschile che talvolta si perde in duetti da brivido con il soprano, cavalcate elettriche stupendamente arrangiate, un gran finale che chiude quasi un'odissea teatrale, nella quale non c'è un singolo passaggio ripetuto una volta di troppo. Per costruire un brano simile, tralaltro dal testo meraviglioso, servono le idee, e chiaramente a questa band non mancavano: anzi, direi che ne avevano anche troppe. Ci districhiamo poi tra un episodio aggressivo e spinto, "I Am Your Flesh", diviso tra velocità e stacchi ricchi di atmosfera, tesi e in perenne attesa di una risoluzione. Il breve intermezzo "Kairos!" ci porta alla struggente "Weeping Willow", dominata dalle chitarre, che danno il meglio di sè costruendo lunghe sezioni soliste di grande espressività e dolcezza. Infine giunge il momento della suite finale, la monumentale "Omnio" divisa in tre tracce, nella quale fanno capolino gli echi settantiani, molto cari ai Pink Floyd di "Ummagumma" e "Wish You Were Here" (evidentissimi nella strumentale centrale, "Bardo"), uniti a lunghe cavalcate tipicamente metal impreziosite da mille elementi diversi, che denotano una creatività e una profondità compositiva non comune, che purtroppo è stata fraintesa dal pubblico, condannando gli In The Woods... a rimanere nell'underground senza mai ricevere un vero consenso. Un vero peccato.

Sicuramente "Omnio" è un album di difficile comprensione, da ascoltare più volte e con attenzione, da accantonare e riprendere in mano dopo anni, per scoprire che non ha ancora finito di dire tutto quello che aveva da dire. La tipica descrizione di un classico, che continua a raccontare la sua storia nel corso degli anni, senza poter mai dire di averla realmente terminata. "Omnio" è caldamente consigliato a chi nella musica ricerca la sperimentazione e la libera espressione artistica, più che compartimenti stagni di categorie predefinite.

01 - 299.796 KM/S (14:48)
02 - I Am Your Flesh (7:09)
03 - Kairos! (3:36)
04 - Weeping Willow (11:41)
05 - Omnio (Pre) (12:00)
06 - Omnio (Bardo) (5:54)
07 - Omnio (Post) (8:09)