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venerdì 19 novembre 2010

Dead Wish - "From The Land Of Forgotten Graves"

Autoprodotto, 2004
Una bella sorpresa questi Dead Wish, band turca (!) esordiente, che già all'inizio della propria carriera discografica mostra ottime potenzialità e un gusto melodico a dir poco sopraffino. Questa demo release, risalente all'ormai lontano 2004, contiene solo dodici minuti di musica, ma come si suol dire "la qualità vale più della quantità": si tratta infatti di dodici minuti intensi, ricchi di contenuti e di sentimento, spontanei e commoventi. Non sappiamo ancora se e quando uscirà un album di questi quattro ragazzi di Ankara, che erano partiti come one man band e poi si sono progressivamente allargati, ma se le premesse sono queste c'è da aspettarsi un ottimo lavoro.

"From The Land Of Forgotten Graves" contiene cinque brevi pezzi, tutti interamente strumentali, intrisi di malinconia profonda e di melodie ficcanti, esaltate dall'uso di una vasta timbrica chitarristica. La matrice appartiene al doom metal, ma di natura "leggera" e non aggressiva, piuttosto introspettiva e lontana dalla negatività angosciosa che spesso caratterizza il doom moderno. Si notano anche chiaramente echi di musica mediorientale, e non potrebbe essere altrimenti vista la provenienza della band: una dimostrazione che il metal è veramente una musica trasversale, che può essere applicata a qualsiasi filone e a qualsiasi influenza, senza sfigurare praticamente mai.

I trentatrè secondi acustici di "In The Mist" portano alle due tracce cardine, "Pale Rose Serenade" e "A Kiss For The Dead", sapientemente alternate tra tristi e sconsolati passaggi acustici e ragionate esplosioni di chitarra elettrica, che non stordiscono nè pestano duro, ma ammaliano solamente. Melodie semplici e dirette che arrivano dritto al cuore, questo è quello che troviamo nella musica dei Dead Wish. Pur nella loro brevità, le due canzoni sono molto varie e crescono costantemente, denotando un'ottima capacità di songwriting che si spera verrà sfruttata in futuro per l'uscita del primo full - length. Segue l'interessante "Same Dream", se possibile ancora più sconsolata e malinconica con il suo andamento cantilenante, e la breve outro acustica "Speculum Amoris", che lascia una netta sensazione di incompiutezza e di vacuità, non della musica ma della vita stessa. Speriamo che finalmente esca il loro primo album, perchè il talento c'è. Sarebbe un peccato che si fermasse tutto a questa piccola gemma dimenticata nell'immenso panorama dell'underground.

01 - Into The Mist (0:33)
02 - Pale Rose Serenade (3:43)
03 - A Kiss For The Dead (4:03)
04 - Same Dream (2:11)
05 - Speculum Amoris (1:25)