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martedì 23 novembre 2010

Dropshard - "DSII"

Autoprodotto, 2009
Ecco una band tutta italiana che sa davvero di promettente. Dopo aver casualmente assistito ad un loro concerto in un pub, non ho potuto fare a meno di informarmi su chi fossero quei cinque ragazzi, che pur ancora tutti giovanissimi riuscivano a suonare con una tecnica e una passione che è raro trovare in un gruppo emergente. Dopo qualche ricerca ho trovato online i loro due demo, e ora mi appresto a dire due parole del secondo dei due, intitolato semplicemente "DSII". Se questa è la musica che andremo a trovare sul loro primo album, attualmente in corso di lavorazione, sarà il caso di tenerli d'occhio.

I nostri si muovono con leggerezza a cavallo tra un progressive rock di stampo Jethro Tull e sonorità metal, amalgamando i due generi con abilità e notevole perizia tecnica, indispensabile in un genere come il progressive, ma non così facile da ottenere quando si suona da relativamente pochi anni. Vediamo subito cosa si trova in questo breve demo, che contiene quattro canzoni per 23 minuti totali di musica. La prima traccia "Portrait" inizia rilassata e serafica per poi crescere lentamente e diventare un brano potente e ritmato, ricco di cambi di tempo e di lunghe sezioni strumentali sincopate e assolutamente trascinanti. Le parti vocali sono ottimamente modulate, dolci quando serve e altrettanto potenti quando gli strumenti iniziano a fare sul serio. Ottimo il lavoro di tastiere, che in certi punti diventano addirittura protagoniste della scena, prodigandosi in assoli. Non c'è tuttavia uno strumento che predomini troppo sugli altri: tutti si amalgamano bene gli uni con gli altri, andando a formare un mix davvero interessante. Mirabile il finale, con una cavalcata di chitarra in stop and go che ricorda moltissimo gli ultimi Dream Theater. Come primo pezzo è davvero un ottimo biglietto da visita. La successiva "Awake" è un brano molto più irruento e frenetico, dal ritmo costantemente spezzato e in alcuni tratti molto jazz. Da sottolineare anche l'ottima produzione, per essere un demo: tutti gli strumenti si sentono perfettamente, perfino il basso, dal suono pulitissimo. Dopo averci piacevolmente stordito con un marasma strumentale e vocale intricatissimo, il brano è perfino capace di regalarci un breve finale di pianoforte lento e triste, accompagnato da una voce sussurrata e malinconica. Arriviamo quindi a "The Savior", una ballad lenta e melodica, anch'essa impreziosita da inusuali arrangiamenti tastieristici dalle stranissime timbriche. Il pezzo potrebbe benissimo ricordare "Forsaker" dei già citati Dream Theater, specialmente per quanto riguarda le linee vocali. La conclusiva "P.O.W.A." è invece un brano strumentale nuovamente potente e irruento, nel quale affiorano altre influenze jazz e perfino passaggi aggressivi e quasi rumoristi.

Pur nella sua brevità, il demo dimostra già una band sulla via della maturazione definitiva, ottimamente salda e ispirata, che strizza l'occhio ai grandi del progressive ma rielaborando tutto con una vena molto personale. Vale la pena dargli un ascolto e tenerli d'occhio, in attesa che esca finalmente il loro primo vero album.

01 - Portrait (8:23)
02 - Awake (5:22)
03 - The Savior (5:49)
04 - P.O.W.A. (4:09)