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lunedì 29 novembre 2010

Apocalyptica - "Apocalyptica"

Universal, 2005
Si può suonare Metal usando esclusivamente tre violoncelli e una batteria? Per quanto assurda possa sembrare la domanda, la risposta è sì. Gli Apocalyptica, trio finlandese composto per l'appunto da tre violoncellisti, ne sono la prova vivente. Essi sono nati come cover - band, dedita a riproporre i brani dei Metallica in chiave metal grazie all'uso di violoncelli elettrici e distorti, uniti a normalissimi violoncelli acustici. Essendo però tre musicisti diplomati con 110 e lode all'Accademia musicale di Helsinki, non potevano non sentire l'impulso di dedicarsi ad una produzione propria, e così hanno fatto, iniziando con quest'album omonimo.

Per chi l'ascoltasse senza sapere nulla di loro, nè aver visto la splendida copertina, sarebbe abbastanza difficile rendersi conto che quei suoni potenti e distorti sprigionati altro non sono che i suoni dei violoncelli, distorti e amplificati a mille fino a diventare quasi indistinguibili dalle chitarre elettriche. Gli Apocalyptica spaziano infatti, con un album quasi totalmente strumentale, tra canzoni dolcissime e malinconiche come la meravigliosa "Farewell" e la mestissima "Ruska", sfuriate devastanti come "Betrayal/Forgiveness" (nella quale fa capolino un certo Dave Lombardo...), ballate in pieno stile love - metal come "Bittersweet" (con Ville Valo degli HIM come ospite d'onore), cavalcate acustico - elettriche di gusto talvolta classico, talvolta estremamente moderno. I violoncelli si intrecciano tra loro in un connubio magistrale, con ottime dosi di melodia mai scontata,  velocità e irruenza quando serve, e soprattutto senza che mai una sola chitarra faccia capolino, per quanto ciò possa sembrare incredibile. La tecnica strumentale sopraffina si unisce ad una produzione semplicemente perfetta, regalando un disco che è quanto di più vicino possa esistere alla perfetta fusione tra Metal e musica classica, sbilanciandosi costantemente ora in un senso ora nell'altro. Unico neo è, curiosamente, la traccia di apertura "Life Burns!": un brano così banale e scontato, seppur piacevolmente orecchiabile, potrebbe fuorviare gli ascoltatori e convincerli che si tratta dell'ennesima release di un gruppo clone della scena punk rock. Ma basta arrivare alla seconda traccia "Quutamo" per rendersi conto che i nostri non mancano di idee proprie e originali: una cavalcata in doppia cassa tra suoni distorti e trascinanti uniti alle calde sonorità del violoncello acustico, che si perde in virtuosismi eccellenti. E con il passare delle tracce, la situazione non fa che migliorare, con brani spesso brevi, incisivi e coinvolgenti, alternati ad episodi lenti davvero memorabili come la sopracitata "Farewell", vero inno alla malinconia più profonda, ma con un fondo di speranza nascente che non può che commuovere.

"Apocalyptica" è un disco eccellente, fresco e piacevolissimo, sempreverde: un disco da ascoltare per rendersi conto che anche dopo 50 anni di storia del rock c'è ancora qualcuno che ha qualcosa da dire. Un album in grado di mettere d'accordo praticamente tutti su cosa sia la musica fatta bene. Consiglio: quando la musica finisce, non spegnete il lettore...

01 - Life Burns! (3:06)
02 - Quutamo (3:28)
03 - Distraction (3:56)
04 - Bittersweet (4:26)
05 - Missconstruction (3:56)
06 - Fisheye (4:09)
07 - Farewell (5:33)
08 - Fatal Error (3:00)
09 - Betrayal/Forgiveness (5:13)
10 - Ruska (4:39)
11 - Deathzone (10:15)