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lunedì 1 novembre 2010

Lethian Dreams - "Bleak Silver Stream"

Orcynia Records, 2009
I Lethian Dreams in realtà non sono altro che un progetto parallelo dei più conosciuti doomsters Remembrance. Entrambi i gruppi, provenienti dalla Francia, suonano un onesto doom metal melodico e ricco di atmosfera; ma mentre i Remembrance spesso e volentieri ingrossano notevolmente i suoni di chitarre e voce, estremizzando la propria proposta (con risultati a dire il vero poco entusiasmanti), i Lethian Dreams rappresentano la vena più "pacata" del gruppo, esplorando sonorità differenti: più introspettive, malinconiche, dimesse, come foglie d'autunno che cadono stancamente. Nemmeno a farlo apposta, il risultato è decisamente migliore, confermando le impressioni che avevo avuto ascoltando i Remembrance, vale a dire che la loro velleità di estremismo (in massima parte dal punto di vista del growl) fosse un po' fuori luogo e in contrasto con la natura melodica della loro proposta.

Nello specifico, il trio capitanato dall'eclettica Carline Van Roos ci propone un album piuttosto omogeneo, ben suonato (la batteria è programmata, ma non ce ne si rende quasi conto) e piuttosto ispirato, anche se i brani tendono ad assomigliarsi più o meno tutti, con poche variazioni significative. Il sound è fortemente debitore a gruppi come My Dying Bride, November's Doom e Mourning Beloveth, ma a differenza di questi ultimi i Lethian Dreams usano tempi più dilatati, ritmi quasi mai aggressivi, chitarre meno abrasive. Le poche parti veloci vengono soffocate da una produzione che non riesce a valorizzarle appieno, ma essendo una ristretta minoranza dell'album, l'effetto è trascurabile. Predominano infatti le parti lente, ariose e dilatate, perennemente interpretate dal duo vocale. La voce di Carline è dolce, eterea e ipnotica, mentre il buon Mathieu Sachs si occupa delle parti in growl (mai troppo profondo e mai troppo spinto, come invece accade nei Remembrance), alternando anche qualche riuscito passaggio in pulito e qualche spezzone "recitato". Il duo svolge bene il proprio lavoro, anche se una critica che si può muovere alle parti vocali è quella della loro staticità: il timbro di Carline è sicuramente molto piacevole, ma alla lunga può stancare, in quanto il cantato non è mai agile e spigliato, ma sempre piuttosto cantilenante. Anche Mathieu, che pur qui mostra di impegnarsi molto di più rispetto a quanto fa con i Remembrance (nei quali il growl è perennemente identico a se stesso), talvolta stona nella composizione generale, risultando troppo pesante e monotematico. Ciò non toglie che il gruppo riesca a creare delle atmosfere molto malinconiche e suggestive, avvalendosi spesso di tastiere e orchestrazioni di buon gusto che impreziosiscono i brani e regalano momenti molto intensi.  L'opener "Elusive" è un'ottima summa del suono del gruppo: melodie semplici ma coinvolgenti, commistione di voci che prendono a turno la parola a mano a mano che il brano cresce, stacchi atmosferici dominati da vocalizzi prolungati e sognanti, pochi cambi di ritmo. Qualche accenno di velocità lo possiamo trovare nelle tracce conclusive, le due "Severance" e "For A Brighter Death", che rappresentano un pò il risollevamento del gruppo e il loro riscatto per quanto riguarda la velocità e l'aggressività, seppur in termini relativi. A qualcuno il suono potrà apparire eccessivamente mieloso, ma va riconosciuta ai Lethian Dreams un'ottima capacità di trasporre i loro sentimenti in musica, e questa non è una cosa da sottovalutare.

Di sicuro l'album non brilla per originalità, in quanto riprende bene o male tutti i clichè del genere, e ha qualche pecca specialmente per quanto riguarda il songwriting, ma dimostra comunque quel minimo di personalità ed ispirazione da renderlo non un classico, ma un album perfettamente godibile e adatto a riempire qualche pomeriggio in cui il sole non ne vuole sapere di farsi vedere. Non un capolavoro, ma sicuramente un album dignitoso.

01 - Elusive (9:09)
02 - In Seclusion (8:12)
03 - Under Her Wings (9:17)
04 - Requiem (8:03)
05 - Severance (9:15)
06 - For A Brighter Death (9:55)